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Google Tag Manager, come mettere il turbo al nostro sito

Google Tag Manager

Quanto tempo perdiamo nella configurazione ed impostazione dei vari snippet di codice per attivare ad esempio ogni volta il nostro google analytics, facebook pixel e chi più ne ha più ne metta. Cambiamo qualche impostazione e dobbiamo richiedere al nostro sviluppatore di effettuare delle modifiche, appesantendo di volta in volta sempre di più tutto il sito web.

Un’ottima soluzione a tutti questi problemi è sicuramente Google Tag Manager:

Per cercare di capire meglio qualche cosa in più su GTM, abbiamo provato a chiedere maggiori spiegazioni al guru italiano di GTM, Matteo Zambon.

Matteo ha un’esperienza decennale come web developer senior, alla quale affianca una forte specializzazione in ambito SEM e SEO, con certificazione Google Partners, Google Analytics. È il fondatore della community web TagManagerItalia.

 

Cos’è Google Tag Manager e per quale motivo dovremmo iniziarlo ad utilizzare?

Ecco sì, iniziamo dalla base: cosa è Google Tag Manager. Google Tag Manager (o GTM, se preferisci), è un Sistema di Gestione dei Tag (in inglese: Tag Management System) del tutto gratuito e offerto da Google. Questa definizione dovrebbe già farti capire la grandissima utilità di questo strumento, ma se così non fosse ti spiego un po’ meglio.

Un Tag (o snippet) è una porzione di codice che va inserito in un sito per implementare strumenti di terze parti, tracciamenti e quant’altro. Un Sistema di Gestione dei Tag come Google Tag Manager ti consente, in sostanza, di inserire questi pezzetti di codice all’interno di un sito anche se non hai accesso diretto e anche se non hai conoscenze particolarmente avanzate in fatto di linguaggi di programmazione. Questo ti consente di fare davvero tantissime cose, velocemente e senza sporcarti le manine, grazie a un’interfaccia piuttosto intuitiva e in continuo aggiornamento. Altro vantaggio veramente non da poco (anzi, direi che personalmente è uno di quelli che preferisco e che mi piace sempre sottilineare quando spiego perché utilizzare Google Tag Manager è fondamentale), è che questo strumento ti rende indipendente dal programmatore o dal reparto IT di turno: ti basterà fare installare gli snippet di GTM la prima volta, e poi potrai fare tutto da te, senza ping pong, tira e molla, interminabili scambi di messaggi e telefonate con i responsabili del codice del sito. Tutte le volte che vorrai installare dei tool, implementare tracciamenti, e così via, potrai farlo da solo, evitandoti ore e ore di “contrattazioni”. Questo vuol dire anche che puoi lanciarti anche nelle sperimentazioni. E sono veramente tante le cose che puoi fare, credimi!

 

Abbiamo capito che è uno strumento che ci consente di facilitare, velocizzare e soprattutto rendere la gestione degli snippet di codici molto più snella, ma ci sveli qualche utilizzo particolare che ti ha portato vantaggi particolarmente interessanti?

Indubbiamente – in quanto amante della web analytics – la mia funzione preferita di Google Tag Manager è la possibilità di dialogare con Google Analytics e tracciare veramente qualsiasi cosa! Dico davvero: dai “banali” obiettivi di conversione (come form contatti, link mailto, chiamate, download di file, eccetera) al comportamento dell’utente nella pagina: puoi capire ad esempio se l’utente visualizza i tuoi video e in che percentuale, se visualizza la pagina fino in fondo, e molto altro. C’è un mondo così vasto dietro che neppure immagini! Si può persino ad esempio capire se gli utenti tendono a visualizzare il sito con schermo orizzontale o verticale quando navigano da mobile…! Questo per farti capire la granularità del tipo di tracciamenti che puoi implementare, anche in ottimo CRO!

 

Come si integra nel Mondo del Marketing Analytics, dall’analisi di CTA all’integrazione perfetta con Google Analytics, ci dai qualche esempio di TAG utilizzati per analizzare il processo di acquisto di un utente?

Dunque in realtà si possono usare tranquillamente i Tag di Google Analytics per quanto riguarda il tracciamento del percorso dell’utente. Se vogliamo spingere proprio l’analisi suggerisco i Tag di Hotjar e di Google Optimize per fare A/B test.

 

Come si integra con il Facebook Pixel, GMT può facilitare anche le funzioni più avanzate?

Guarda, strano ma vero, non esiste ancora in Google Tag Manager un Tag nativo per l’implementazione del Pixel di Facebook! Questo non deve preoccuparci, perché il Pixel di Facebook è ugualmente gestibile, grazie al Tag HTML Personalizzato (che ci permette di fare questa e tante, tantissime altre magie).

E sì, se implementato a dovere tramite GTM, il Pixel di Facebook può essere ottimizzato alla stragrande, consentendoti di tracciare davvero tantissime cose. Alcuni esempi sono gli iscritti ad un form o la funzione di ecommerce: aggiunta al carrello, dettaglio di un prodotto, transazione e così via 🙂

 

Quanto incide l’integrazione di GTM sulle performance di un sito web?

Ah! Tantissimo! Forse ti sembrerò “fissato”, o magari puoi pensare che sono di parte, visto che mi occupo ormai da anni di divulgare Google Tag Manager in Italia, però la differenza fra un sito che utilizza Google Tag Manager e uno che non lo utilizza è abissale! Lo vedo tutti i giorni nelle mie consulenze e con i siti dei clienti della mia agenzia digitale: a volte alcuni siti hanno tracciamenti già implementati senza Google Tag Manager. Non sto a raccontarti che pasticci trovo (quando si fa tutto a mano, è molto più facile sbagliare), ma di solito la prima cosa che faccio è proprio quella di installare GTM, che è diventato ormai uno strumento irrinunciabile per la web analytics, per le campagne Pay-per-Click, e non solo. E non sono solo io che lo penso: lo vedo con tanti colleghi, che una volta utilizzato Google Tag Manager, non ne possono più fare a meno. Ha così tante potenzialità da lasciare veramente a bocca aperta. E poi, se puoi avere uno strumento che ti semplifica la vita, ti velocizza le operazioni, ti rende capace di avere tutto sotto controllo con uno sguardo… beh… non ci sono veramente motivi per non utilizzarlo, a meno che tu non sia masochista evidentemente. Non sei d’accordo? Inoltre non appesantisce il caricamento del sito perché lavora in modo asincrono al caricamento della pagina. (Se vuoi sapere che vuol dire chiedimelo 😛 ).

 

Puoi consigliarci una guida introduttiva all’utilizzo di GTM?

Ancora una volta, ti sembrerò di parte (dillo che lo fai apposta a farmi queste domande!), ma se sei alla ricerca di una risorsa in italiano sull’apprendimento di Google Tag Manager non posso che consiglirti il mio nuovo libro “Google Tag Manager per chi inizia”.

Il suo antecedente “Google Tag Manager per principianti” del 2015 si trova ancora in vendita su Amazon, tradotto e venduto anche in inglese, ma viste le continue novità che continuano a uscire su GTM mi è sembrato giusto scrivere una versione aggiornata del libro. Attenzione però, perché il nuovo libro sarà disponibile al pubblico soltanto nel 2018. La buona notizia invece è che, se vuoi ottenerlo fin da subito, ho previsto una spedizione in anteprima per i membri del Club Tag Manager Italia.
Oltre al libro il consiglio è visitare il sito www.tagmanageritalia.it dove ci sono guide e video tutorial completamente gratuiti.

 

Come si comporta con le diverse piattaforme online come WordPress, Joomla, Magento e Prestashop?

Niente di più facile, guarda, anzi: in tutti questi CMS esistono dei plugin/moduli che ti faciliteranno enormemente la vita! Ti avevo già detto che l’unico caso in cui dovrai mettere mano al codice sarà per l’installazione di Google Tag Manager, vero? Beh, considera che se hai (ad esempio) WordPress, non dovrai fare neanche quello: su Tag Manager Italia consiglio sempre il Plugin di Duracell’s Tomi, che io utilizzo sempre e con cui mi trovo molto bene, che ti consentirà di implementare GTM sul tuo sito WordPress con pochissimi click. Non ci credi? Prova anche tu e poi mi saprai dire!

Leggi articolo precedente:
Emanuele Tolomei
Come fare Link Building, i segreti di Emanuele Tolomei

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